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ro che non vi tradirò.
Il vecchio s alzò dritto in piedi, e rispose alteramente:
 Non ho nulla da nascondere agli uomini  . Poi, mor-
morando tra sé:  La mia coscienza è pura.
 Gli uomini vi hanno ingannato forse, vi hanno fatto
del male? Avete trovato al mondo molti nemici?
 De nemici? Ne ho avuto uno solo.
Quest ultima frase venne pronunciata dal vecchio con
voce così cupa, il suo occhio era così bieco, ch io mi sen-
tii gelare. Gli dissi:  Vi lascio dunque, e Dio vi benedi-
ca.
 Dio, Dio!  sentii ripetere parecchie volte; e la voce
sepolcrale del vecchio si perdeva nel muggito del Chie-
se.
* * *
Non intendevo di abbandonare il pover uomo. In
quattro salti fui a Garbe con l intenzione di parlare al
sindaco, medico valente e cuor d oro, e di condurre me-
co due contadini, i quali facessero la guardia, foss anche
per tutta la notte, al vecchio strano. Trovai il sindaco
sotto il portone della sua casa, una casa antica, murata
Letteratura italiana Einaudi 63
Camillo Boito - Senso
da un suo antenato, gentiluomo francese, fuggito dalla
strage di San Bartolomeo.
Il sindaco discorreva con il segretario comunale e con
l oste di Sabbio, due tipi curiosi. Questi con la faccia
tonda, grasso, grosso, il pizzo lungo e folto sotto a due
gran baffi neri, le sopracciglia spaventose, la voce tonan-
te, un cappello in testa di larghe tese, a cui non manca
altro che la piuma per potersi dire spagnuolo; famigliare
con tutti, spavaldo, buon diavolo, mette la mano in atto
di protezione sulla spalla dell avvocato, del farmacista,
del signor cavaliere, e apre volentieri la larga bocca al ri-
so sguaiato, mentre dice una barzelletta sporca; una spe-
cie d idalgo, che versa maestosamente il vino dal boccale
nel bicchiere de suoi avventori, che tiene il pugno al
fianco, maravigliato di non trovarvi la spada, e s è man-
giato in qualche mese per darsi il gusto di parere un ne-
goziante in grosso il poco suo patrimonio, e spera di
portare le ossa in una grande città degna di lui, lontano
dalle piccolezze montanare, dove si sente proprio fuori
di posto. L altro, il segretario comunale, sottile e lungo
come il campanile di Garbe: veste da contadino, con la
giacchetta e i calzoni di quella certa stoffa lustra color
cannella sudicio, ma tiene la giacchetta buttata sulle
spalle, mostrando la camicia, che non pare sempre di
bucato, e le braccia, e il petto nudi, assai più scuri
dell abito; ha letto Dante, scrive da letterato fino, sa a
mente tutte le innumerevoli ordinanze, tutte le infinite
circolari prefettizie indirizzate al Comune, che è cosa
miracolosa; cita versi e proverbii latini; non ha casa; l in-
verno dorme sulla tavola nuda del Consiglio comunale,
con una busta dell archivio per origliere e per coperta il
tappeto verde: l estate dorme sotto il piccolo portico di
quella chiesa di San Gottardo, della quale ho parlato in-
dietro, poggiando il capo allo scalino di granito, lungo
disteso sulle lastre sconnesse del pavimento, godendosi
il vento fresco, che soffia senza interruzione dalla stretta
Letteratura italiana Einaudi 64
Camillo Boito - Senso
gola dei monti; vive di pane e di cipolle, di polenta e ca-
cio pecorino, ma si compensa con qualche bicchieretto
di acquavite, e, quando ne ha bevuto un tantino più del
bisogno, vuole abbracciare tutti, l ostessa, il reverendo
parroco, il sindaco, persino i carabinieri in pattuglia.
Questi signori, e tre contadini, che ero andato a sco-
vare nella bettola vicina, s avviarono meco al ponte. Si
passò dalla chiesa di San Gottardo, palazzo d estate del
segretario; ma, quando fui lì, non mi potei trattenere: la-
sciai che il vecchio sindaco procedesse con il suo passo,
che egli, poveretto, cercava di affrettare, ma che mi sem-
brava ancora troppo lento, e corsi innanzi. Andai su e
giù per il ponte, precipitai abbasso dalla rampa del fiu-
me, guardai di qua e di là in quel buio della brutta notte
che era già principiata: non si vedeva un anima. Gli altri
mi raggiunsero ansanti. In un batter d occhio diedi le
mie istruzioni. Il sindaco doveva fermarsi sul ponte;
l idalgo doveva perlustrare un mezzo chilometro della
strada di Nozza; il segretario doveva rimontare il corso
del Chiese lungo un viottolo a sinistra; i tre contadini
dovevano salire i meno erti sentieri delle montagne.
Quanto alle vie più scoscese non era neanche da pensare
che il misero vecchio avesse potuto tentarle. Quartiere
generale: il ponte.
Io m ero serbato le capanne dei carbonai, di là dal
Chiese. In quindici minuti salii alla prima casupola. Tut-
ti dormivano; picchiai forte; nessuno rispose; tornai a
picchiare con tanta violenza che i colpi rimbombarono
nella valle, e udii finalmente delle voci e delle impreca-
zioni. Dopo un poco di tempo s aperse il finestrello e vi-
di una testa nera, nella quale brillavano due occhi da
gatto.
 Sapete niente di un vecchio con la barba bianca,
lunga, mezzo malato, vestito di panno chiaro, un fore-
stiere che vagava stasera presso il Ponte dei Re?
 Andate all inferno.
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 Domandatene, di grazia, ai vostri compagni.
 Andate all inferno voi e il vecchio  e chiuse la fine-
stra.
Dopo un quarto d ora avevo già rifatto il cammino,
ed ero salito da un altra parte ad un altra capanna. Il
mio bastone nell urtare sul legno del piccolo uscio destò
quattro o cinque echi sulle cime dei monti.
 Chi è là?
 Un amico.
 Il nome?
 Un amico.
 Non apro.
 Venite alla finestra.
 Non mi muovo.
 Avete visto un vecchio?
 Non ho visto nessuno.
 Un vecchio vestito di chiaro, con la barba lunga e
bianca, infermo.
 Non ho visto nessuno.
 Passeggiava stasera sul Ponte dei Re e nelle strade
vicine.
 Non ho visto nessuno, vi dico  e tornò a russare.
Tre quarti d ora dopo eravamo tutti sul ponte. Non
s era trovato niente, non s era saputo niente. Neppure i
due carabinieri di Vestone, che l idalgo aveva incontrati
sulla via e aveva condotti seco, ci poterono aiutare in
nulla. Il sindaco giudicò allora, che noi dovevamo anda-
re a dormire. Era, infatti, la sola cosa ragionevole che ci
restasse da fare.
Vi ho detto, caro dottore, come il mio sindaco sia una
perla d uomo. Ha un modo suo proprio di curare la dif-
terite, in grazia del quale salva realmente tutti i bambini
del Comune. Parla de suoi rimedi con entusiasmo gio-
vanile: non fallano; ad una infiammazione ci vuole il sa-
lasso, anzi ogni malanno guasta il sangue, ed il sangue
corrotto va tolto via, perché se ne formi del sano.
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Ora vive senza troppe angustie, badando a suoi po-
chi campi; ma fu trent anni medico condotto, e quando
ricorda le fatiche lunghe e mal compensate, il sollione, la
neve, il gelo, i turbini sulle montagne, lo fa con tanta
dolcezza, che pare quasi un rimpianto. Discorre de suoi
malati volentieri, con modestia affettuosa, e, se può dire
di averli strappati alla morte, due lagrime di compiacen- [ Pobierz całość w formacie PDF ]
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